domenica 27 ottobre 2013

''Lacrime di donna..''.Un bambino chiede alla mamma: «Perché piangi?».e la mamma....


Un bambino chiede alla mamma: «Perché piangi?».
«Perché sono una donna» gli risponde.
«Non capisco» dice il bambino.
La mamma lo stringe a sé e gli dice: «E non potrai mai capire…»
Più tardi il bambino chiede al papà: «Perché la mamma piange?»
«Tutte le donne piangono senza ragione», fu tutto quello che il papà seppe dirgli.
Divenuto adulto, chiese a Dio: «Signore, perché le donne piangono così facilmente?»
E Dio rispose:
«Quando l’ho creata, la donna doveva essere speciale.
Le ho dato delle spalle abbastanza forti per portare i pesi del mondo,
e abbastanza morbide per renderle confortevoli.
Le ho dato la forza di donare la vita,
quella di accettare il rifiuto che spesso le viene dai suoi figli.
Le ho dato la forza per permettele di continuare quando tutti gli altri abbandonano.
Quella di farsi carico della sua famiglia senza pensare alla malattia e alla fatica.
Le ho dato la sensibilità di amare i suoi figli di un amore incondizionato,
anche quando essi la feriscono duramente.
Le ho dato la forza di sopportare il marito nelle sue debolezze
e di stare al suo fianco senza cedere.
E finalmente, le ho dato lacrime da versare quando ne sente il bisogno.
Vedi figlio mio, la bellezza di una donna
non è nei vestiti che porta, né nel suo viso, o nella sua capigliatura.
La bellezza di una donna risiede nei suoi occhi.
Sono la porta d’entrata del suo cuore, la porta dove risiede l’amore.
Ed è spesso con le lacrime che vedi passare il suo cuore»

mercoledì 11 settembre 2013

MUORE SPOSA/BAMBINA DI SOLI 8 ANNI!!

La piccola aveva soltanto 8 anni ed era andata in sposa ad un uomo di 40. Più di un quarto delle donne yemenite si sposa prima dei 15 anni. Una bambina yemenita di 8 anni, andata in sposa a un uomo di 40 anni, è morta per le lesioni riportate durante la prima notte di nozze che le hanno causato un'emorragia interna.
«Rawan», questo il nome della bambina secondo quanto riportato dal britannico Mail che cita degli attivisti locali, viveva nella zona tribale di Hardh, vicino al confine con l'Arabia Saudita, nel nord-ovest dello Yemen.
Il gruppo di attivisti spinge affinché la famiglia della bambina e il marito vengano arrestati, sebbene la pratica delle spose bambine sia molto diffusa nello Yemen. Più di un quarto delle donne yemenite si sposa prima dei 15 anni, secondo un rapporto del Ministero degli affari soiali.
Lo Yemen aveva stabilito a 15 anni l'età minima per il matrimonio, ma la legge venne poi abrogata negli anni Novanta, per consentire ai genitori di decidere quando far sposare le figlie.

domenica 1 settembre 2013

Una Donna incinta si ubriaca e il suo bambino nasce con alcol nel corpo

Bere quando per una donna è incinta, è risaputo sia altamente nocivo se non ci si limita a bere ma addirittura si esagera con l’alcol, è assolutamente pericoloso sia per la mamma che per il bambino.Una donna di Tomaszow Mazowiecki, una piccola città della Polonia.
La mamma, a cui mancavano due settimane al termine della gravidanza, si trovava in un negozio di liquori quando ha perso conoscenza. Era molto ubriaca ed è stata accompagnata urgentemente in ospedale, suo figlio è nato poco dopo con un tasso alcolico nel sangue pari al 4,5 per mille. La mamma ne aveva circa la metà, il 2,6 per mille. Quando il bambino è nato, era in pericolo di vita così come la mamma, lui è ancora in prognosi riservata mentre la donna pare sia già fuori pericolo.

Questo è per tutte le madri

Questo è per le madri che stanno alzate tutta la notte tenendo in braccio i loro bambini ammalati dicendo "è tutto a posto tesoro, la mamma è qui con te". 
Per quelle che stanno per ore con i loro bambini che piangono in braccio cercando di dare loro conforto. 
Questo è per tutte le madri che vanno a lavorare con il rigurgito nei capelli, macchie di latte sulla camicia e pannolini nella loro borsetta.
Per tutte le mamme che riempiono le macchine di bimbi, fanno torte e biscotti e cuciono a mano i costumi di carnevale.
E per tutte le madri che non fanno queste cose.
Questo è per le madri che danno la luce a bambini che non vedranno mai.
E quelle madri che hanno dato una casa a quei bambini.Per le madri che hanno perso i loro bambini durante quei preziosi 9 mesi e che non potranno mai vederli crescere sulla terra, ma un giorno potranno ritrovarli in Cielo!
Questo è per le madri che hanno opere d'arte di valore inestimabile appese in cucina.
Per le madri che si sono gelate al freddo alle partite di calcio invece di guardarle dal caldo della macchina, così quando il bimbo le chiede: "Mi hai visto, Mamma?" Potranno dire: "Certo! Non me lo sarei perso per niente al mondo!" Pensandolo veramente.
Questo è per tutte le madri che danno una sculacciata, disperatamente, ai loro bambini al supermercato quando urlano facendo i capricci per il gelato prima di cena.
E per tutte le mamme che invece contano fino a 10.
Questo è per tutte le mamme che si sono sedute con i loro figli per spiegare come nascono i bambini.
E per tutte le madri che avrebbero tanto voluto farlo, ma non riescono a trovare le parole.
Questo è per tutte le mamme che fanno la fame per dare da mangiare ai loro figli.
Per tutte le madri che leggono la stessa favola due volte tutte le sere, e poi la rileggono "ancora una volta".
Questo è per tutte le madri che hanno insegnato ai loro bambini di allacciarsi le scarpe prima che iniziassero ad andare a scuola.
E per tutte quelle che hanno invece optato per il velcro. Questo è per tutte le madri che hanno insegnato ai loro figli maschi a cucinare e alle figlie come si fa a ad aggiustare un rubinetto che perde.
Questo è per tutte le madri che girano la testa automaticamente, quando sentono una vocina chiamare "mamma!" In mezzo a una folla, anche se sanno bene che i loro figli sono a casa - o anche via, grandi, all'università...
Questo è per tutte le mamme che mandano i loro figli a scuola con il mal di pancia assicurandoli che una volta a scuola staranno meglio, per poi ricevere una chiamata dall'infermeria della scuola chiedendo di venirli a prendere. Subito.
Questa è per tutte le madri di quei ragazzi che prendono la strada sbagliata e non trovano il modo di comunicare con loro.
Questo è per tutte le matrigne che hanno cresciuto i figli di altre madri, donando a loro tempo, attenzione e amore... e che non vengono apprezzate!... Per tutte le madri che si mordono le labbra fino a farle sanguinare, quando le loro quattordicenni si tingono i capelli di verde.
Per le madri delle vittime delle sparatorie nelle scuole, e per le madri di chi ha sparato.Per le mamme dei sopravvissuti, e le madri che guardano con orrore la tv; abbracciando i loro figli che sono ritornati a casa sani e salvi.
Questo è per tutte le mamme che hanno insegnato ai loro figli di essere pacifisti ed ora pregano per loro, di tornare a casa dalla guerra sani e salvi. Cos'è a fare una brava Madre?La pazienza? La compassione? La determinazione? La capacità di allattare, cucinare e ricucire un bottone di una camicia nello stesso momento?O è nel loro cuore?È il magone che senti quando vedi tuo figlio o figlia scomparire giù per la strada mentre va a scuola a piedi per la primissima volta?Lo scatto che ti porta dal sonno al risveglio, dal letto alla culla... alle 2 di notte, per appoggiare una mano sul tuo bambino che dorme?Il panico che ti viene, anni dopo, sempre alle 2 di notte quando non vedi l'ora di sentire la chiave nella serratura e sapere che è tornato a casa sano e salvo?O sentire il bisogno di correre da dovunque tu sia per abbracciare i tuoi figli quando senti che c'è stato un incidente, un incendio o un bimbo che è morto?Le emozioni della maternità sono universali, le stesse sono per le giovani madri che barcollano fra i cambi di pannolini e mancanza di sonno... e le madri più mature che imparano a lasciarli andare.
Per le madri che lavorano e quelle che rimangono a casa. Per le madri single e quelle sposate.Madri con soldi, madri senza soldi.
Questo è per tutte voi...
Tenete duro.
Alla fine possiamo fare solo del nostro meglio. E dire a loro tutti i giorni che li amiamo.
E pregare, per loro.

sabato 3 agosto 2013

Biglietto di invito compleanno, idee fai da te


Quando si organizza una festa di compleanno, vi sono alcuni piccoli particolari che possono fare la differenza. Uno di questi, ad esempio, è ben rappresentato dai biglietti di invito compleanno. A prescindere dall’età del festeggiato, gli inviti di compleanno sono un simpatico modo per ricordare agli invitati giorno, luogo e ora dell’evento, ma sono anche un divertente passatempo da realizzare con i propri figli, soprattutto se piccini, coinvolgendoli in una attività manuale che non solo dà soddisfazione, ma lascia esprimere liberamente il bambino e la sua creatività.
Per realizzare dei biglietti invito compleanno fai da te, serve solo un minimo di manualità e pochi “attrezzi del mestiere”: con un budget davvero limitato e le giuste idee potrete realizzare fantastici inviti personalizzati.Se vi piace la manualità, potrete realizzare dei biglietti di invito compleanno di forme, colori e misure assolutamente personalizzati, facendovi naturalmente aiutare dai vostri bambini. Tutto quello che vi occorre sono cartoncini colorati, pennarelli, forbici e tanta creatività. Ecco qualche idea utile.Ispirato ai cartoon: potreste realizzare degli inviti compleanno che abbiano la forma di un personaggio dei cartoni animati. Se per esempio il vostro bambino impazzisce per Peppa Pig, scaricate da internet un disegno di questo personaggio e disegnatene la sagoma su di un cartoncino colorato (in questo caso dovrà essere rosa). Ritagliate il bozzetto così ottenuto con precisione. Su di un lato disegnate i particolari del personaggio, mentre dall’altro lato inserite due righe di testo che rappresenteranno l’invito “formale” in sé. Seguendo questo procedimento, potrete realizzare ogni tipo di biglietto di compleanno, ispirato a qualunque personaggio desideriate.
Tradizionale: se preferite realizzare biglietti invito compleanno più tradizionali, vi basterà solo ritagliare da un cartoncino colorato bristol una forma standard, che potrà essere un semplice rettangolo, un quadrato o un cerchio. Come per gli inviti ispirati ai cartoon, potete utilizzare le due facciate del biglietto in modo diverso: una per ricordare le notizie circa l’evento, mentre l’altra potete lasciarla alla decorazione (potete usare ritagli di giornale, piccoli disegni fatti a mano, porporina, nastrini colorati, ecc.). Se optate per una soluzione ancora più semplice, basterà anche solo la descrizione dell’evento senza ulteriori decorazioni.
Chic: se si tratta di una festa per una piccola principessa, allora anche il biglietto di invito dovrà essere all’altezza dell’occasione. In questo caso il rosa è d’obbligo, in tutte le sue sfumature. Ritagliate il biglietto preferendo una forma particolare, come un fiore, un cuore o una corona, e decorate semplicemente con della porporina o con dei pennarelli glitterati. Se vi piace, potrete anche inserire una foto sulla facciata principale del biglietto.
Se la manualità non è il vostro forte oppure non avete il tempo giusto da dedicare a questi lavoretti, allora potete stampare direttamente da internet l’invito di compleanno che preferite. Sono tantissimi, infatti, i siti dove è possibile stampare biglietti per tutti i gusti, da colorare oppure già belli e pronti da compilare soltanto.

domenica 28 luglio 2013

RALLENTA MAMMA!


Rallenta mamma,non c'è bisogno di correre
rallenta mamma,qual è il problema?
rallenta mamma,concediti una tazza di caffè
rallenta mamma,vieni e stai un po' con me.
rallenta,mamma,mettiamoci gli stivali e
andiamo a fare una passeggiata...
raccogliamo le foglie,sorridiamo,ridiamo,
parliamo.
Rallenta mamma,sembri così' stanca,
vieni,accoccoliamoci sotto le coperte,
riposa insieme a me.
Rallenta mamma,quei piatti sporchi
possono aspettare,
rallenta mamma,dai divertiamoci-facciamo
una torta!
rallenta mamma,lo so che lavori tanto
ma a volte,mamma è bello quando
semplicemente ti fermi per un po'.
Siediti con noi un minuto,
ascolta com'è andata la nostra giornata,
trascorri con noi qualche momento in
allegria,
perché la nostra infanzia non rallenterà!

CONGEDO DI MATERNITA’


INIZIAMO
· Consegna il certificato attestante la gravidanza che ti avrà rilasciato il tuo medico di famiglia o il ginecologo.
· La legge prevede il diritto ad essere adibita a mansioni che non mettano a rischio la tua salute o quella del bambino.
· Nel caso in cui il tipo di mansione che svolgi sia già di per sé a rischio oppure la tua gravidanza sia rischiosa oppure l’Azienda non è in grado di trovare un soluzione lavorativa idonea al tuo stato puoi sempre richiedere l’ASTENSIONE ANTICIPATA dal lavoro e quindi assentarti dal lavoro con la garanzia del mantenimento del posto e della retribuzione al 100%.
ASTENSIONE OBBLIGATORIA
CONGEDO DI MATERNITA’
· La legge prevede l’ASTENSIONE OBBLIGATORIA DAL LAVORO  al compimento del 7° mese di gestazione fino al compimento del 3° mese di vita del tuo bambino. ( IN TOTALE 5 MESI )
· In questo periodo è vietata qualunque attività lavorativa.
· La legge però prevede, nel caso in cui la tua gravidanza o lattività svolta non presentino alcun rischio, la possibilità di posticipare lastensione obbligatoria all8° mese e quindi la sua conclusione al 4° mese di vita del bambino. In questo caso la scelta deve essere supportata da idonea documentazione medica che attesti il tuo stato di buona salute e del tuo bambino.
· Prima dell’inizio del congedo di maternità devi presentare al datore di lavoro il certificato attestante la data presunta del parto ed entro 30 giorni dalla nascita del tuo  bambino devi presentare all’Azienda il certificato di nascita.
· Nel caso di parto prematuro o precedente alla data presunta indicata nel certificato medico, tutti i giorni non goduti verranno recuperati e sommati al periodo di astensione obbligatoria post parto.
TRATTAMENTO ECONOMICO
· Durante il periodo di astensione obbligatoria hai diritto al 100% della retribuzione, al mantenimento del posto di lavoro, alla maturazione delle ferie, della tredicesima e dell’anzianità.
· Le ferie che ti spettano nell’anno non possono essere godute contemporaneamente al congedo di maternità, di norma vengono godute immediatamente dopo la fine del periodo di astensione obbligatoria, quindi attaccate al congedo di maternità.
ASTENSIONE FACOLTATIVA
CONGEDO PARENTALE
 Alla fine del congedo di maternità hai diritto ad altri sei mesi di congedo parentale ( ASTENSIONE FACOLTATIVA ) da utilizzare entro l’8° anno di vita del bambino. Puoi utilizzare i sei mesi in modo continuativo o frazionato.
· Nel caso in cui tu voglia utilizzare il congedo parentale devi dare ufficiale comunicazione all’Azienda attraverso l’apposito modulo di norma 15 giorni prima dell’inizio del congedo parentale, indicando la durata dello stesso.
TRATTAMENTO ECONOMICO
· I primi 30 giorni di congedo parentale sono pagati al 100% se ti assenti nei primi 3 anni di vita del bambino.
· I restanti 5 mesi sono pagati al 30% se ti assenti nei primi 3 anni del bambino.
· Se ti assenti successivamente al compimento del 3° anno di vita del bambino, hai diritto all’astensione e all’indennizzo solo in determinate condizioni economiche che potrai verificare presso i nostri uffici competenti..
· I periodi di congedo parentale valgono al fine della maturazione dell’anzianità, ma non fanno maturare ferie e tredicesima.
                                                                     PERMESSI
· RIPOSI GIORNALIERI ( ALLATTAMENTO): hai diritto a periodi di riposo pari a 2 ore al giorno (calcolate su un turno di 8 ore ) assentandoti dal lavoro entro il primo anno di vita del bambino.
· In caso di parto gemellare i riposi raddoppiano.
· PERMESSI PER LA MALATTIA DEL FIGLIO: hai diritto a 30 giorni di assenza retribuita per ciascun anno di età del tuo bambino fino al compimento del 3° anno di vita.
· Dal 3° all’8° anno di vita del bambino hai diritto a 5 giorni NON retribuiti all’anno, presentando la certificazione di malattia del bambino.
· Non sei obbligata al rispetto delle fasce orarie dei controlli, né sottoporre il bambino a visita fiscale.
DIVIETI
· Non puoi essere adibita a turni notturni fino al compimento del 1° anno di età del bambino.
· Non puoi essere obbligata a prestare turni notturni fino al compimento del 3° anno di età del bambino. Nel caso tu sia l’unico genitore affidatario del bambino il non obbligo si estende fino al 12° anno di età.
· E’ vietato il contatto con sostanze pericolose, dannose, agenti chimici, agenti biologici fino al termine dell’allattamento.
……E I PAPA’?
· I papà godono degli stessi diritti della mamma, tranne quello di partorire……..
· Hanno diritto al congedo di maternità ( astensione obbligatoria) nel caso in cui la mamma non possa utilizzarlo o deceda o abbandoni il bambino.
· Hanno diritto al congedo parentale ( astensione facoltativa ) per un periodo massimo di 6 mesi con le stesse regole della madre, ma se utilizzano il congedo per tre mesi consecutivi hanno diritto ad mese in più: da 6 a 7 mesi.
· Hanno diritto ai riposi giornalieri nel caso in cui la mamma non li utilizzi.
ADOZIONI E AFFIDAMENTI LEGALI
· Nel caso di affido o di adozione di un minore spettano gli stessi diritti, ma con estensioni temporali differenti a seconda dell’età del bambino adottato o affidato.

QUESTA E' UNA BREVE DESCRIZIONE SPERO TORNI UTILE..INFORMATEVI SEMPRE SU AGGIORNAMENTI E COMUNICAZIONI DA INVIARE AL DATORE DI LAVORO E INPS..INFORMATEVI IN BASE AL VOSTRO CONTRATTO DI LAVORO..

L'Amore che provi per un figlio..

La magia di mio figlio

Storia di una madre


Una madre sedeva accanto al suo bambino, era molto triste e temeva che morisse. Era così pallido, con gli occhietti chiusi, respirava a fatica e ogni tanto tirava un sospiro, ansimante quasi un gemito; la madre lo guardava allora col cuore ancora più addolorato.

Bussarono alla porta e entrò un povero vecchio, avvolto in una grande coperta di quelle che si mettono di solito sui cavalli e che teneva molto caldo, e proprio di questo lui aveva bisogno, perché era un inverno rigido: fuori tutto era coperto di neve e di ghiaccio e il vento soffiava da tagliare il viso.
Il vecchio tremava per il freddo, e poiché il bambino si era assopito un momento, la madre andò a mettere della birra sulla stufa, affinché si scaldasse e potesse riscaldare il vecchio mentre lui cullava il bambino, poi gli sedette accanto, guardò i bambino malato che respirava a fatica, e gli sollevò una manina.

"Credi che lo perderò?" chiese. "Il Signore non vorrà togliermelo!"
Il vecchio, che era la morte in persona, fece un cenno molto strano che poteva significare sì o no. La madre abbassò lo sguardo e le lacrime le scorsero lungo il viso; la testa le si appesantì; per tre giorni e tre notti non aveva chiuso occhio e ora si assopì, ma solo per un istante, poi sussultò, con un brivido di freddo. "Che è successo?" esclamò guardando da ogni parte. Il vecchio se n'era andato, e anche il suo bambino era sparito; il vecchio l'aveva portato via con sé. Dall'angolo giungeva il tic-tac dell'orologio, poi il grande pendolo rotolò sul pavimento, bum! e anche l'orologio si fermò.
La povera madre si precipitò fuori casa chiamando il suo bambino.
Là fuori, nella neve, si trovava una donna con un lungo abito nero che le disse: "La morte è stata a casa tua, l'ho vista uscire di corsa col tuo bambino; va più veloce del vento e non riporta mai quello che ha preso!."
"Dimmi da che parte è andata!" implorò la madre "dimmi la direzione e io la troverò."
"Io la conosco!" rispose la vecchia vestita di nero "ma prima che te lo dica, devi cantare per me tutte le canzoni che hai cantato al tuo bambino! Mi piacciono molto, le ho già sentite perché io sono la notte, e ho visto le tue lacrime mentre le cantavi!"
"Te le canterò tutte, tutte!" rispose la madre "ma non mi fermare ora, devo raggiungerli, devo trovare mio figlio!"
Ma la notte rimase muta e immobile, e la madre, torcendosi le mani, cantò e pianse; erano molte le canzoni, ma erano molte di più le lacrime! Infine la notte disse: "Vai a destra e inoltrati nel buio bosco di abeti, lì ho visto dirigersi la morte col tuo bambino."
Nel bosco le strade si incrociavano e la povera donna non seppe più da che parte andare; vide un rovo, senza più fiori né foglie, perché era inverno, e dai rami pendevano soltanto ghiaccioli.
"Hai forse visto passare la morte e il mio bambino?"
"Sì" rispose il rovo "ma non ti dirò da che parte sono andati se non mi riscalderai sul tuo cuore! Sto morendo di freddo e sono tutto gelato!."
E lei strinse forte al petto il rovo, affinché questo si riscaldasse; le spine le penetrarono nella carne e da lì sgorgarono grosse gocce di sangue, ma al rovo spuntarono in quella gelida notte invernale nuove foglioline verdi e sbocciarono fiori; tanto ardeva il cuore di quella madre in pena! Il rovo le indicò poi la strada.
Lei giunse a un grande lago, dove non c'erano né navi né barche. Il lago non era gelato tanto da poterla reggere, ma neppure era tanto basso che potesse attraversarlo a guado pure doveva attraversarlo, se voleva ritrovare il suo bambino. Allora si chinò per bere tutta l'acqua del lago; non era una cosa possibile per un essere umano, ma poteva sempre avvenire un miracolo.
"No, è impossibile!" le disse il lago "cerchiamo invece di metterci d'accordo. Io colleziono perle e i tuoi occhi sono le perle più lucenti che abbia mai visto. Se piangerai tanto da farli cadere dentro di me, ti porterò sull'altra riva, alla grande serra dove la morte abita e coltiva alberi e piante; ognuno di loro è una vita umana."
"Oh, cosa non darei per raggiungere mio figlio!" esclamò la madre piangendo, e pianse finché gli occhi caddero nel lago trasformandosi in due perle preziose. Il lago allora la sollevò, e a lei sembrò di essere in altalena, e volò in un colpo solo fino all'altra riva, dove si trovava una dimora molto strana che si estendeva per miglia e miglia e non si capiva se era una montagna con boschi e grotte, o se era stata edificata ma la povera madre non potè vederla, perché non aveva più gli occhi per il gran piangere.
"Dove posso trovare la morte, che s'è presa il mio bambino?" chiese la madre.
"Qui non è ancora arrivata" rispose la vecchia becchina che faceva la guardia alla grande serra della morte. "Come hai fatto a arrivare fin qui, chi ti ha aiutato?"
"Il Signore mi ha aiutata!" rispose la madre. "Egli è misericordioso e siilo anche tu: dove posso trovare il mio bambino?"
"Io non lo conosco" rispose la donna "e tu non ci vedi! Molti fiori e molte piante sono appassiti questa notte e la morte arriverà presto per trapiantarli. Tu sai che ogni essere umano ha il suo albero della vita o il suo fiore, a seconda di come ciascuno è fatto. Apparentemente sono come le altre piante della natura, ma hanno un cuore che batte. Anche il cuore dei bambini batte! Ascoltali! Forse saprai riconoscere quello di tuo figlio. Ma che cosa mi dai, perché ti dica che altro devi fare?"
"Non ho nulla da darti" disse la madre afflitta "ma andrei in capo al mondo per te!"
"No, non ho nulla da fare là!" rispose la donna "ma mi puoi dare i tuoi lunghi capelli neri. Tu stessa sai quanto sono belli e a me piacciono! Avrai i miei capelli bianchi in cambio. È sempre qualcosa!"
"Se non desideri altro" le rispose la madre "te li do con gioia!" e così le diede i suoi bei capelli neri e ricevette quelli della vecchia, bianchi come la neve.
Entrarono nella grande serra della morte, dove fiori e piante crescevano mescolati in modo strano. C'erano sottili giacinti sotto campane di vetro e c'erano peonie grosse e robuste; crescevano piante acquatiche, alcune molto fresche, altre un po' malate; vi si appoggiavano le bisce acquatiche, e i granchi neri ne afferravano gli steli. C'erano splendide palme, platani e querce, piantine di prezzemolo e di timo fiorito; ogni albero e ogni fiore aveva il suo nome e ognuno rappresentava una vita umana, una persona ancora in vita, in Cina, in Groenlandia, in tutto il mondo. C'erano grandi piante in vasi molto piccoli, che soffocavano e sembrava che stessero per spezzare il vaso, c'erano anche da molte parti piccoli fiori insignificanti piantati nella terra, circondati dal muschio, ben custoditi e curati. La madre afflitta si chinava sulle piante più piccole e ascoltava il loro cuore che batteva, e tra milioni di cuori riconobbe quello del suo bambino.
"È questo!" gridò, e tese la mano verso un piccolo croco azzurro, debolmente piegato da un lato.
"Non toccare il fiore!" gridò la vecchia "mettiti qui e quando la morte arriverà, e sarà qui tra poco, impediscile di strappare la pianta minacciando di strappare tutti gli altri fiori. Avrà paura, perché ne risponde davanti al Signore, e nessuno può sradicarli senza il suo permesso."
Improvvisamente soffiò un'aria gelida per il salone e la madre cieca capì che la morte stava arrivando.
"Come hai fatto a arrivare fin qui?" le chiese "come hai potuto arrivare prima di me?"
"Sono una madre!" rispose lei.
E la morte tese la sua lunga mano verso quel fiorellino delicato, ma lei vi tenne sopra le mani sfiorandolo quasi e temendo di toccare uno solo dei suoi petali. Allora la morte soffiò su quelle mani, e lei sentì che era ben più fredda del vento gelato, e le sue mani ricaddero inerti.
"Tu non puoi nulla contro di me!" disse la morte.
"Ma lo può il Signore!" rispose la madre.
"Io faccio ciò che Lui vuole!" replicò la morte. "Io sono il suo giardiniere! Colgo tutte le sue piante e i suoi fiori e li ripianto nel grande giardino del paradiso, in una terra sconosciuta, ma non oso raccontarti come vi crescano e come sia il luogo."
"Rendimi mio figlio!" supplicò la madre piangendo, e improvvisamente afferrò due bei fiori che si trovavano lì vicino e gridò alla morte: "Strapperò tutti i tuoi fiori! Sono disperata!."
"Non toccarli!" disse la morte. "Dici di essere infelice e ora vuoi rendere un'altra madre altrettanto infelice?"
"Un'altra madre?" chiese la povera donna, lasciando immediatamente i due fiori.
"Ecco i tuoi occhi, li ho ripescati dal lago" disse la morte "splendevano lucentissimi, ma non sapevo che fossero tuoi. Riprendili, ora vedrai meglio di prima; guarda nel pozzo profondo qui vicino: io chiamerò per nome i due fiori che tu volevi strappare, così potrai vedere il loro futuro, la loro vita di uomini; guarda quello che volevi turbare e distruggere!"
La madre guardò nel pozzo; era una gioia osservare come uno dei fiori diventasse una benedizione per il mondo, e quanta gioia e felicità si spandesse intorno a lui. Poi guardò la vita dell'altro fiore, e era solo dolore e miseria, orrore e infelicità.
"Entrambi sono volontà di Dio!" commentò la morte.
"Quali dei due fiori è quello dell'infelicità e quale quello della benedizione?" chiese la madre.
"Non te lo dico" rispose la morte "ma sappi che uno dei due fiori è quello di tuo figlio; hai visto il destino di tuo figlio, il suo futuro!"
La madre gridò di terrore: "Quale dei due era mio figlio? Dimmelo! Salva l'innocente! Salva mio figlio da tutta quella miseria! Portalo via, piuttosto! Portalo nel regno di Dio! Dimentica le mie lacrime, dimentica le mie preghiere e tutto quello che ho detto e fatto!."
"Non ti capisco!" disse la morte "vuoi riavere tuo figlio oppure devo portarlo nel paese che ti è sconosciuto?"
La madre si gettò in ginocchio e, torcendosi le mani, pregò il Signore: "Non ascoltarmi, se prego contro la tua volontà, che è la migliore! Non ascoltarmi! Non ascoltarmi!."
E piegò il capo in grembo.
La morte se ne andò col bambino in quel paese sconosciuto.
Una fiaba di Hans Christian Andersen


POESIA..''MAMMA''..


La madre casalinga di Piero Jahier


Nonostante le possibilità nuove che il lavoro offre alla donna moderna, in essa noi ravvisiamo sempre la madre, la sorella, la sposa, la compagna della nostra vita, colei che rende meno aspro e più dolce il cammino dell'uomo.
I bambini non vogliono un'incubatrice, una lavapiatti automatica, un aggeggio meccanico che culli i loro sonni, plachi i loro terrori notturni, sopisca le loro ansie. Vogliono una mamma, una donna. E, quasi certamente, un loro bisogno egoistico, una pretesa imperiosa, che non sempre retribuisce, in moneta sonante di affetto e di gratitudine, quanto vien loro dato: però è un' esigenza primordiale della natura umana, come vi illustra Pietro Jahier, dedicata alla madre casalinga, che, spesso, non è ricambiata neppure da un sorriso di riconoscenza o da una parola di comprensione.
La madre casalinga
I figlioli che vogliono essere capiti, che cosa capiscono alla loro volta delle persone care che vivono ed operano per loro?
I figlioli ignorano che quando tutti dormono le ore buone della mattina la madre ha già acceso il fuoco, aperto al lattaio, stabilito il suo piano
strategico  per la giornata; che è tornata di mercato con la borsa stivata di provviste da indolenzirle il braccio, dopo aver speso tanti sorrisi e
tanto fiato per tirar sulle compere, dopo aver resistito tutta la via alla tentazione di salire in tranvai, perché il tranvai costa e annulla il risparmio.
Per i figlioli trovar la tavola apparecchiata è cosa naturale, perché si dovrebbe particolarmente esserne grati? La tavola apparecchiata è un'immancabile necessità. Eh! - han l'aria di pensare quando la madre insinua i suoi diritti di benemerenza - le gioie cominciano oltre il cibo!
Anzi l'esplicazione di queste virtù domestiche li trova spesso freddi e riottosi. Spesso la madre quando porta in tavola, dopo tanto arrovellarsi ai fornelli, spia trepidando l'impressione del primo boccone easpetta una parola; ma ecco: il ragazzo s'è intestato a tener aperto vicino alla scodella il testo latino e alterna un distico a un morso, distrattamente, da uomo superiore; gli altri non s'interessano che quando fa le parti: allora a quello non piace il callo, l'altro è disgustato del grasso e le imputa di non essersene ricordata, il terzo fa il delicato e le raccomanda: poco... come se un brincello di pietanza di più lo dovesse rovinare. E quando manca qualcosa:
La frutta, oggi non c'è frutta. - E quasi non bastasse, attaccano perfino i capisaldi su cui poggia l'approvvigionamento e la preparazione del desinare: secondo loro il desinare dovrebbe essere basato non su quello che è conveniente, non su quello che fa comparita, non su quello
che sazia, ma su quello che piace.
Hanno sempre una lezione da ripassare quando c'è da apparecchiare... e quando c'è da sparecchiare han da fare la cartella.
Poi filano a scuola, vuotano la casa e la madre rimane triste, poggiando i gomiti sulla tavola disordinata, da disfare come la mostra d'un
negozio d'estate. Valeva la pena di prodigar le cose migliori! Triste rimane, di quel suo perpetuo fare e disfare senza soddisfazione, e le
riesce più pesante rimettersi in cammino.
Soprattutto rigovernare. La cucina è opprimente nelle ore pomeridiane: invasa dai fumi, dagli odori nauseabondi che salgono dai piani di sotto per il cortiletto comune: di vivande, di lenzuola sordide penzolanti a rifascio dalla finestra del malato che s'alza a mezzogiorno.
Eppure bisogna rigovernare: per rigovernare è necessario immergere le mani nel ranno Il bollente che irruvidisce la pelle e poi la screpola
lasciandovi le sue morsure nere.
Ci vorrebbero i guanti, ma i denari per i guanti non ci sono.
Dunque bisogna rigovernare - l'acquaio ammorba con le sue tanfate di lezzo rancido.
Ahimè! che bisogna proprio rigovernare! Bisogna sempre rifarsi da capo ogni giorno: risciacquare i tegami, risbucciare le patate, rinettare i legumi, rirosolare i soffritti, riapparecchiare, riportare in tavola col sorriso alle labbra.
E poi rigovernare ancora.: ma perfino i tegami
 stanchi non rendono più, e traverso le screpolature delle vernici bevon gl'intingoli; lo smalto vetrino delle cazzeruole s'è scheggiato in piaghe rugginose! La dentiera della grattugia è rada: e quei figlioli così sconoscenti non capiscono che per andare avanti ci vuole a volta una parola buona come a un cavallo avvilito! 
di Piero Jahier